Argentina campione del mondo, Messi come Maradona: battuta la Francia ai rigori
|L’Argentina di Messi è campione del mondo per la terza volta. L’Albiceleste ha battuto la Francia dopo i calci di rigore per 7-5. I tempi regolamentari si erano conclusi sul punteggio di 2-2, i supplementari 3-3. L’Argentina aveva vinto la Coppa più importante nel 1978 a Buenos Aires e nel 1986 in Messico trascinata da Diego Armando Maradona, super protagonista 36 anni fa come lo è stato oggi Messi. La Francia resta ferma ai due titoli vinti nel 1998 e nel 2018, nonostante la tripletta di un altrettanto super Mbappé.
È stata una partita folle e spettacolare: match a senso unico in avvio, con l’Argentina che domina e va sul 2-0 nel primo tempo con Messi (rigore) e Di Maria. Clamorosa svolta a dieci dalla fine con la doppietta di Mbappé (il primo su rigore) nello spazio di 97 secondi tra 80′ e 81′. E così si è andati ai supplementari – con l’ennesima giocata vincente di Messi e la terza rete di Mbappé – e quindi ai rigori con la vittoria dell’Argentina per 7-5. Dal dischetto decisivi gli errori di Coman e Tchouameni e la parata di Martinez, miglior portiere del torneo.
Messi mondiale, la coppa e tutti i record
E’ stato il Mondiale di Messi. Il fuoriclasse argentino lo ha vinto da capitano trascinando la seleccion come aveva fatto Maradona nel 1986. Un mondiale che ha cancellato tutti i precedenti flop di Lionel con la nazionale ai Mondiali, anche se nel 2014 la coppa l’aveva sfiorata perdendo la finale contro la Germania (proprio come Diego a Italia 90). Ma dopo 7 Palloni d’Oro, 4 Champions e una serie infinita di altri trofei, Messi si è preso il Mondo. Da contorno alla coppa alzata nel cielo del Qatar, Messi ha battuto oggi altri tre record, in un colpo solo. Con la finale giocata contro la Francia, Leo Messi è diventato il giocatore con più presenze a un Mondiale. E non è tutto: perché la Pulce ha sorpassato anche il nostro Paolo Maldini in un’ altra classifica, quella dei minuti giocati (adesso son0 2.3329). Con la doppietta nella finalissima contro la Francia, Leo Messi ha consolidato la propria leadership come goleador dell’Albiceleste ai Mondiali. Nessuno ha segnato più reti della Pulce in Coppa del Mondo. Tre in più dI Batistuta. Mai i record – seppure importanti – non reggono l’importanza con una coppa vinta e sollevata al cielo. Il Mondiale del 2022 passerà alla storia come quello di Messi.
Da Maradona 1986 a Messi 2022: la storia dei numeri 10 continua
«Vorrei che Messi avesse lo stesso impatto e che ricoprisse lo stesso ruolo di protagonista che io ebbi al Mondiale del 1986. Gli auguro di diventare il migliore di tutti i tempi». Parole e musica per i tifosi argentini di Diego Armando Maradona, pronunciate nel 2010 che mai furono più profetiche anche se a distanza di tanti anni. Leo Messi come leader e punta di diamante della Seleccion, a 35 anni, conquista il suo primo titolo Mondiale portando a tre quelli dell’albiceleste dopo quello in casa del 1978 e quello vinto da Maradona nel 1986. Sono passati 36 anni dall’ultima volta che l’Argentina ha dominato la Coppa del Mondo, in Messico 1986, guidata da un calciatore unico, per l’eternità, come Diego Armando Maradona, con il 10 dietro le spalle, come Lionel Messi, altrettanto decisivo, leader in Qatar 2022, con i suoi sei gol e il record di 26 presenze ai Mondiali. Da leader Messi in Qatar 2022, ha messo di nuovo in mostra la sua classe con la doppietta in finale.
Macron in campo consola Mbappé autore di una tripletta memorabile
Emmanuel Macron è sceso in campo per cercare di consolare Kylian Mbappé e i suoi compagni, battuti ai rigori dall’Argentina nella finale dei mondiali in Qatar. Il presidente francese, che ha assistito alla finale al Lusail Stadium di Doha, ha abbracciato il numero 10 dei ‘Bleus’, autore di una tripletta memorabile, inconsolabile, come i suoi compagni di squadra, in lacrime per la sconfitta ai rigori dopo una partita che i media francesi definiscono «eroica».
Sette cambi della Francia: piccolo giallo nel finale
Piccolo giallo alla fine di Argentina-Francia, ultimo atto della finale di Coppa del Mondo. La Francia, alla fine dei supplementari, aveva completato 7 sostituzioni. Sì, sette. Il limite previsto dal regolamento è però di 5 cambi più uno nel corso dei supplementari.
I cambi sono stati sette, perché i giocatori sostituiti erano Dembelé, Giroud, Griezmann, Theo Hernandez, Rabiot, Varane e Koundé. Ma Rabiot era uscito per un trauma alla testa. E la Fifa ha previsto da qualche tempo una nuova regola: quando un giocatore prende un colpo alla testa e deve uscire dal campo, la sostituzione non viene conteggiata. Quindi tutto esatto. Se così non fosse stato la Francia, in caso di vittoria, avrebbe perso la finale.
Messi: «Voglio giocare da campione del mondo»
Il sogno si è realizzato. Quello di Lionel Messi, della Nazionale argentina, di un intero popolo. La vittoria nella finale al cardiopalmo contro la Francia è stata sofferta «ma meritata», dicono in coro i giocatori dell’Albiceleste. E Leo Messi, il capitano e leader della squadra rivela di voler «giocare ancora qualche partita in Nazionale da campione del Mondo». «La Coppa del Mondo è quello che mi mancava. Adesso è qui – le parole di Messi – Chiudere la mia carriera in questo modo, perché sono sicuramente i miei ultimi anni, è qualcosa di impressionante. Abbiamo sofferto molto ma ce l’abbiamo fatta. Mi piace stare in Nazionale, il gruppo, voglio continuare a vivere qualche altra partita da campione del mondo». Se la vittoria dell’Argentina ha consacrato definitivamente Leo Messi, molto merito lo ha anche Emiliano ‘Dibu? Martinez, il portiere dell’Albiceleste, ancora una volta determinante dagli 11 metri, ma non solo. «È stata una partita di grande sofferenza, lo sapevamo: non siamo riusciti a controllare la partita come dovevamo. Ma per diventare campione del mondo devi soffrire», dice a fine partita. «Quando siamo andati ai rigori finali – ha detto il portiere dell’Albiceleste – ho detto ai miei compagni di rimanere sereni, perchè un paio li avrei presi..». Peccato solo per quel gesto finale, dopo la premiazione quale miglior portiere del torneo, una caduta di stile probabilmente figlia di una calo di tensione. «Ancora non me ne rendo conto, è troppo bello essere campioni del mondo. Però non può essere che abbiamo sofferto così tanto, ma questa squadra è fatta per soffrire ed è capace di reagire a ogni cosa. Sono emozionato, e orgoglioso dei miei». C’è tanto di Lionel Scaloni, ct dell’Argentina, nella vittoria del Mondiale. «Dopo tante critiche, ora godiamoci finalmente il trionfo – dice ancora Scaloni – perché ce lo siamo meritato. È tutto merito dei miei, sono stati un gruppo incredibile». «Siamo campioni del mondo, non l’avrei mai immaginato, non mi sarei mai immaginato di tenere la coppa. Siamo nati per soffrire, noi argentini siamo così. Siamo in cima al mondo, penso che ce lo meritiamo», commenta Rodrigo De Paul. «Non dimenticherò mai questo momento della mia vita – le parole di Enzo Fernandez, eletto miglior giovane del torneo – Venire qui, avere l’opportunità di giocare un Mondiale e vincerlo per il mio Paese, non ha prezzo. È un momento che porterò sempre con me, vincere il Mondiale, è incredibile. Messi se lo merita più di tutti, sono contento per lui». «Non ci sono parole per descrivere questo momento – dice Leandro Paredes – Anche nel sogno più bello, non pensavo che avrei raggiunto questo obiettivo. Ô per la gente. Ô per gli argentini. Sarà difficile tornare con i piedi per terra dopo quello che abbiamo raggiunto. Siamo molto felici, abbiamo lavorato sodo per raggiungere questo obiettivo».
Di contro c’è la delusione della Francia, espressa nelle parole del ct, Didier Deschamps: «Tutto questo crea ancora più rimpianti, se avessimo incassato il 3-0 non ci sarebbe stato nulla da dire. Non abbiamo fatto le cose giuste per un’ora. In seguito, con molto coraggio, energia e qualità, abbiamo spinto l’Argentina al limite – spiega il tecnico dei Blues ai microfoni di TF1 – Dopodiché, si gioca a cosa? Non abbiamo fatto tutto bene, ma come sempre in questo Mondiale, c’era cuore ed energia. Quando tocchiamo qualcosa e ci sfugge, è ancora più difficile da digerire. Ma è così, e bisogna accettarlo». Via twitter sono arrivati i complimenti del presidente argentino, Alberto Fernandez: «Grazie ai giocatori e al team tecnico. Sono l’esempio che non dobbiamo arrenderci» e «che abbiamo un grande popolo e un grande futuro».